In ricordo di Francesco Catona

In ricordo di Francesco Catona

Il 13 marzo 2022, improvvisamente, il Dott. Francesco Catona se ne è andato all’età di 43 anni.

Non ho idea di come sia capitato. Nessuno ce l’ha. La sua scomparsa sembra avvolta nel mistero.

Un esempio perfetto dell’impermanenza di cui parla il Buddismo.

All’inizio l’incredulità mi ha immobilizzata, per lasciare poi spazio alla tristezza e alla rabbia, non so nemmeno contro chi.

Vorrei rendere omaggio, nel mio piccolo, a una persona piena di vita e di energia.

Con i suoi numerosi video sul canale YouTube, con i suoi workshop in presenza a cui, ahimè, non potremo più assistere, ci ha davvero caricati di energia, ci ha spronati.

Tanti spunti di riflessione, tanti temi trattati. E tanta gioia per le piccole cose. Uno psicoterapeuta dai modi originali, che ha saputo unire la gioia per la natura e lo sport all’amore per il proprio mestiere.

Vorrei quindi invitarvi a iscrivervi al suo canale YouTube, Facebook e Instagram, lui ne sarebbe stato felice.

E, qui di seguito, elencherò cinque dei principali insegnamenti che ho avuto modo di apprendere da lui e con cui voglio rendergli omaggio.

1) Al centro della nostra vita ci siamo noi.

Non è auspicabile appoggiarsi a un’altra persona pensando così di colmare tutti i nostri vuoti. Al centro ci siamo noi, con le nostre inclinazioni naturali, le nostre aspirazioni. Le attività nella natura, lo sport, l’arte nutrono l’anima più di qualsiasi altra persona. Ognuno di noi è chiamato a trovare la propria autonomia personale, perché non abbiamo niente sotto il nostro controllo, men che meno il comportamento delle altre persone. Questo ovviamente non significa rinunciare alle relazioni, ma non aggrapparsi ad esse trascurando noi stessi.

2) Non si può cambiare gli altri.

Collegato al primo insegnamento, non è possibile cambiare gli aspetti delle persone che non ci piacciono. Questo ci fa perdere un sacco di tempo inutilmente. Bisogna semplicemente prendere atto del loro carattere, del loro comportamento ed agire di conseguenza.

3) Il buonismo ci può far ammalare.

Essere buoni sempre e comunque significa rinunciare ad usare la nostra sana aggressività, che ci serve ad esempio a farci rispettare, a mettere in chiaro quali sono i nostri valori, ad esprimere la nostra opinione, anche quando abbiamo paura che venga accolta con contrarietà.

4) Bisogna seguire le nostre capacità innate.

Nel 2019, durante uno dei suoi workshop a Verona sulle dipendenze affettive, dette a ognuno di noi presenti la possibilità di esprimersi. Io gli spiegai che avrei tanto voluto avere degli amici, ma che spesso questa mia fissazione mi portava a uscire con gente sbagliata, tanto per non sentirmi sola, così quando tornavo mi ritrovavo spesso a svuotare il frigo per colmare quel vuoto che sentivo. Lui mi rispose, quasi bruscamente: “Ma avrai anche tu i tuoi sogni!! Pensa a quello”.

Per riscoprire i propri sogni serve però la voglia di ascoltarsi, di seguire le proprie inclinazioni, di ricaricarsi con azioni naturali come lo sport, il contatto con la natura, le attività manuali e artistiche. Tutto questo crea il terreno fertile affinché il nostro intuito ci porti esattamente dove dobbiamo andare.

5) L’ importanza di svegliarsi.

Se trasformiamo la nostra vita in una serie di abitudini nocive, allora è il momento di svegliarsi. Non possiamo far sì che la vita che odiamo diventi la nostra identità.

Le attività migliori per farlo sono il contatto con la natura, l’ attività fisica, la capacità di godere del presente, l’ indipendenza emotiva.

Grazie Francesco, grazie di cuore. Per tutti i tuoi video in cui ci hai portati con te, in cui hai condiviso con noi la tua attività sportiva e le tue riflessioni.

Cercheremo di vivere appieno ogni momento, ogni piccola gioia, seguendo le nostre capacità innate. E se affronteremo dei problemi, li affronteremo certi di poterli superare.

Grazie per la tua energia. Non ti dimenticheremo mai e, anzi, divulgheremo il tuo pensiero.

Chiara

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