Come iniziare a studiare se non ne hai voglia

Come iniziare a studiare se non ne hai voglia

A volte vorremmo semplicemente goderci una giornata facendo ciò che ci va,
ma gli impegni non aspettano, i libri stanno lì a fissarci. Ecco che allora possiamo
fare solo una cosa: imparare a fare ciò che non ci va di fare, trasformandolo in
qualcosa di piacevole.

Forse non ci riuscirete, perché a volte è giusto anche lasciarsi trasportare dai nostri
desideri, senza sforzarci. E allora in tal caso forse avete solo bisogno di ricaricarvi e di
svagarvi, prima di riprendere lo studio. Non abbiate fretta!

Se proprio non riuscite a concentrarvi, lasciate stare tutto e tranquillizzatevi. Se
sentite il senso di colpa perché vi state prendendo una pausa, provate a sfogarvi (con un pianto liberatorio, oppure scrivendo i vostri pensieri oppure ascoltando della musica): starete meglio dopo averlo fatto.

Se invece avete aperto questo articolo perché siete pronti per far pace con lo studio,
beh io vorrei qui condividere ciò che personalmente mi ha aiutata in passato.

1. Creare l’ambiente in modo fantasioso.

A me piace accendere delle candele, perché mi rilassano; oppure accendo un incenso profumato. A volte ho persino immaginato di essere una studentessa di un’altra epoca.

Se vi va, cambiate ambiente di studio, andate in biblioteca o in un posto che vi
faccia venire voglia di immergervi nella materia che dovete studiare. Sulla scrivania
mettete ordine e tenete il necessario a portata di mano. L’ordine esterno può essere
un buon stimolo per creare ordine mentale. Si tratta di studiare in pace! Studiare è di
per sé bello, ma spesso dobbiamo studiare anche ciò che non ci appassiona. È un peccato,
ma si può rimediare.

2. Studiare quando c’è silenzio.

La nostra mente a volte fatica a rimanere concentrata già di suo, figuriamoci se siamo circondati da rumori che ci distraggono. Io a volte mi sono trovata bene a studiare di prima mattina oppure di sera dopo cena.

3. Programmare lo studio a seconda delle proprie esigenze, della propria voglia di studiare ed essere realistici.

Se in questo periodo avete pochissima voglia di studiare, non obbligatevi a stare otto
ore sulla sedia per finire in fretta. Nella vita mica bisogna sempre andare contro noi stessi! Organizzatevi in anticipo, piuttosto che rendere i cinque giorni prima dell’esame un inferno! Meglio due ore per un mese o dieci ore per quattro giorni?

4. Ogni volta che ne sentite il bisogno, fate una pausa, in cui per esempio mandate un messaggio o semplicemente pensate a ciò che farete di bello la sera, dopo aver finito di studiare.

Mantenere l’equilibrio tra ciò che va fatto e ciò che si ama fare è importante.
Sì, sarebbe meraviglioso se le due cose coincidessero, ma la vita è una sfida e a volte non coincidono. Ecco perché dobbiamo armarci di fantasia e creare il nostro ‘angolo dello studio’,
in cui ci concentriamo per un po’ di tempo e poi stop, si fa altro.

Se qualcuno ha qualche altro consiglio, vi prego di scrivere una bella lista nei commenti!

Chiara

Ansia all’ università: come sono riuscita a finire gli esami

Ansia all’ università: come sono riuscita a finire gli esami

Vorrei qui condividere la mia esperienza all’ Università, soprattutto quando mi sono resa conto che non mi rendeva davvero felice.

Sembra che sia più facile scoprire ciò che non vogliamo fare, piuttosto che capire ciò che desideriamo.

Questo è quello che ho dovuto constatare io stessa, quando mi sono resa conto che l’università che avevo scelto non mi avrebbe portata direttamente al raggiungimento del mio sogno.

Il fatto è che non avevo proprio idea di quale potesse essere il mio sogno.

La differenza tra chi sa ciò che vuole e chi non lo sa

Se qualcuno afferma che il suo sogno è diventare guida turistica, può sentirsi in un certo senso padrone della sua vita. Se indirizza bene la sua energia, potrà rendere la mente come un laser, concentrata sull’obiettivo, senza dispersione di energie in attività e pensieri fuorvianti.

Beh, la mia mente era tutt’altro che un laser! Era paragonabile a una lampadina che irradiava energia dappertutto, senza portare a termine quasi nessuno degli obiettivi.

Dunque, mi ero resa conto di ciò che non volevo fare.
No, non avevo più intenzione di affrontare lezioni interattive di lingua straniera, lo stress degli esami, la paura di non riuscire a prepararmi adeguatamente, il terrore di non laurearmi in tempo, il fatto di avere poco tempo a disposizione per occuparmi delle mie passioni come scrivere e leggere, il dover fare esercizi quasi tutti i giorni, il gonfiore addominale poco prima di parlare davanti a tutti – non lo augurerei neanche al mio peggior nemico.

Se ve lo state chiedendo, lo ammetto: la strada che avevo scelto probabilmente non era quella che volevo. Si è trattato, come in molti casi, di una scelta ragionata, piuttosto che sentita.

“Vado a studiare in questa facoltà perché probabilmente poi troverò lavoro facilmente. E poi  non so che direzione prendere, quindi…”
Cit. Me stessa ai tempi dell’università

Come mi sono semplificata la vita e sono riuscita a finire i tre anni dell’ Università

Lo studio può sembrare una faccenda semplice, visto da fuori.

Basta organizzarsi e dare gli esami.

Eppure, ricordo quelle giornate frenetiche.
Essendo pendolare, viaggiavo un’ora e mezzo per arrivare in sede, seguire una lezione dopo l’altra e tornare poi di corsa a casa.
Non ero riuscita a crearmi un gruppo di amici, essendo sempre di fretta.

Non mi sembrava poi così diverso dalla scuola. In un certo senso era anche peggio: doversi organizzare da soli con le lezioni, lo studio individuale e dare esami con professori che tenevano lezioni a centinaia di studenti e che non si ricordavano neanche di me.

La voglia di mollare si faceva sempre più forte, così come l’angoscia per lo studio.
Ricordo che riuscii a dare un esame in ritardo di un anno e in quel periodo avevo incubi, ansia anticipatoria, mal di pancia e sbalzi d’umore.

Leggi anche: Come iniziare a studiare se non ne hai voglia

Rendendomi conto di ciò che mi creava disagio, mi trovai di fronte a un bivio: mollare tutto oppure cercare di portare avanti gli esami.

Voglio precisare che non esiste un’unica scelta corretta.
Le esperienze sono molteplici. Dipende da tanti fattori, come il tipo di facoltà scelta, se si hanno o meno dei compagni con cui farsi forza, se si ricevono pressioni dall’esterno, se si ha fretta di trovare un’indipendenza economica, eccetera.

Nella mia esperienza, arrivata a questo bivio, decisi di indirizzare le mie energie nella semplificazione.

1) Iniziai a seguire il più possibile ciò che mi rendeva felice, limitando quelle situazioni in cui mi sentivo oppressa.

2) Per esempio, smisi di dire sempre di sì quando gli amici mi chiedevano di uscire di sera. In compenso scoprii il piacere di fare passeggiate nel pomeriggio: meno soldi spesi, più vitamina D e più serenità.

3) Smisi anche di frequentare tutte le lezioni dell’ università, non ascoltando tutte le persone intorno a me, che mi avvertivano che sarebbe stato peggio. Risultato? Continuai a seguire solo le lezioni che per me erano interessanti e che non mi creavano ansia. Avevo più tempo per lo studio individuale, che potevo affrontare di mattina. Il resto del tempo lo potevo dedicare a tutt’altro: cucinare, musica, film, libri sulla crescita personale.

4) Creai intorno a me un ambiente che rispecchiasse i miei obiettivi: racchiusi in uno scatolone tutti gli oggetti che prendevano spazio ma che non mi servivano più. Alcuni li regalai.

5) Dedicai energie a migliorare i miei punti fragili, come guidare in macchina. In quel periodo guidare per strade sconosciute mi faceva paura e lo facevo il meno possibile. Così cercai di sfidare me stessa, comprai un navigatore e iniziai a guidare da sola, esercitandomi.

6) Mi disiscrissi dalle newsletters che non mi erano più utili, e decisi di visitare i social networks in modo più consapevole e non per abitudine.

Se vi interessa approfondire le strategie più efficaci per lo studio, in questo articolo di Andrea Giuliodori potete trovarne alcune molto interessanti che ho seguito durante gli anni dell’Università.

Avvicinarsi alla propria natura per stare meglio

Mi è stato detto che sarei dovuta stare con i piedi per terra. Mi è stato detto che avrei dovuto cercarmi un lavoro dipendente, che mi piacesse o no, e portare a casa uno stipendio tutti i mesi.
Mi è stato chiesto innumerevoli volte: “quanti esami ti mancano?”.

Poco importa se alcuni di noi sviluppano stress cronico, insoddisfazione, ansia.

Posso affermare, però, di non aver mai spesso di credere:
– che fosse possibile lavorare senza logorarsi i nervi
– che fosse possibile amare il proprio lavoro
– che fosse possibile seguire la propria vera natura.

Certo, non sono riuscita a cambiare dall’oggi al domani.

Ci sono stati alti e bassi.
Ci sono stati (e ci saranno) periodi in cui ho accettato dei compromessi, in cui non sono riuscita a seguire me stessa e ho sofferto, ad esempio quando ho continuato a lavorare in un’azienda che per me era tossica: ne ho parlato qui.

Eppure c’è sempre una piccola luce che mi guida. Ce l’abbiamo tutti.

Sono curiosa di leggere le vostre esperienze con lo studio. Come lo avete vissuto/lo state vivendo? Avete mollato o avete scelto di continuare?

Chiara

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