Società

Questo è ciò che chiamo un articolo di sfogo, di denuncia contro il capitalismo sfrenato.
Quaranta ore settimanali che siamo costretti a trascorrere al chiuso, con persone che non ci siamo certo scelti. Racconto una mia esperienza devastante.

Quella che state per leggere è una mia esperienza legata al senso di colpa sul posto di lavoro.

Mi sono spesso chiesta, in passato, se la pornografia potesse diventare dannosa per le relazioni amorose o per chi ne fruisce. Ecco, io credo che non si possa parlare di dannosità a prescindere, senza contestualizzarne l’utilizzo.

Ecco cosa ho fatto in passato per riportare l’autostima a un buon livello.

In un mondo in cui tutte o quasi cercano di apparire migliori, di truccarsi per far risaltare i tratti del viso, di mettersi i tacchi per sembrare più alte, di indossare reggiseni che comprimono e alzano il seno, io mi sono sentita spesso fuori luogo. Ho ricevuto varie battute sul mio corpo.

La pressione per essere esteticamente attraenti è tanta e molti non la tollerano. Sono tante le persone, soprattutto donne, che scelgono di concedersi un’operazione chirurgica. Molte di quelle che non si sottopongono a nessuna operazione postano foto con filtri di bellezza o in pose ammiccanti che fanno sembrare un fisico normale simile a quelli che consideriamo perfetti. Questo significa che non possiamo considerare reale tutto ciò che ci viene mostrato.

Un ambiente lavorativo tossico può davvero abbassare il nostro umore e le nostre energie. Ecco le azioni che mi hanno aiutata a fronteggiarlo.

Come organizzarsi e iniziare a studiare anche quando non se ne ha voglia.

In ricordo del Dott. Francesco Catona, psicologo e psicoterapeuta che ci ha lasciati prematuramente.

La quarantena ha costretto quasi tutti a modificare il proprio stile di vita. La produzione di merci ininterrotta si è fermata o ha rallentato. La natura torna a respirare e io mi interrogo su cosa voglio dalla vita.