Siamo nel 2009. Sono nel pieno dell’adolescenza, ho quindici anni. Il rapporto col mio corpo è altalenante. Passo le giornate a scuola indossando sempre il giubbotto, perché così mi sento protetta dai giudizi.
La sera ogni tanto accendo la televisione in cerca di qualcosa di interessante.
Una sera tra tante, mi imbatto in un programma. C’è un uomo vestito con giacca e cravatta che presenta una ragazza in costume, che non deve far altro che salire su una rampa per poi tuffarsi in acqua. La musica parte e lei comincia a salire.
Come ci saremmo aspettati, la telecamera la segue
Il fatto è che, mentre lei sale seguendo il ritmo della musica, il cameraman la riprende dal basso, direi quasi da sotto.
L’effetto è pornografico.
Rimango a guardare incredula, impotente.
Ogni tanto vengono inquadrati dei giovani uomini che si godono lo spettacolo a bocca aperta.
Ma ovvio! Cosa c’è di male in una bella ragazza in costume che fa un tuffo in piscina?
Assolutamente niente, vero?
Già.
E allora come mai mi sentivo indignata?
Intanto, in tutto questo, vorrei precisare che quelli per me sono stati anni difficili. Litigavo con la mia immagine molto spesso.
Industria del cibo vs. Settore estetico
Se l’industria del cibo propinava polpette ripiene di formaggio filante, patatine fritte, merendine ripiene di crema e cioccolato, gelati di ogni tipo, d’altra parte l’industria estetica mostrava di continuo corpi tonici, allenati, magri.
Pubblicità di cioccolatini, bibite zuccherate, dolciumi…Pubblicità con modelle magre, toniche, statuarie.
Non c’era forse qualcosa che mi confondeva in tutto questo?
Io, con i miei ormoni in subbuglio e i miei pensieri da adolescente, spesso mi sfogavo mangiando, per poi deprimermi quando la televisione mi ricordava che il mio corpo non andava bene così com’era.
Adesso, con l’avvento dei social network, non posso fare a meno di chiedermi: queste immagini continue – nelle pubblicità, nei programmi tv, nei film, nei video pornografici, nei video musicali, su internet– quali conseguenze possono avere sulla nostra psiche?
Ma soprattutto, come possono difendersi gli adolescenti e le adolescenti?
Qualche settimana fa mi è capitato di ascoltare delle ragazze lamentarsi del proprio corpo.
In un mondo in cui tutte o quasi cercano di apparire migliori, di truccarsi per far risaltare i tratti del viso, di mettersi i tacchi per sembrare più alte, di indossare reggiseni che comprimono e alzano il seno, io mi sono sentita spesso fuori luogo.
Ho ricevuto varie battute sul mio corpo.
Mi è stato simpaticamente detto che sono una tappa, una nanerottola.
Mi è stato chiesto “ma quanto sei alta?” con fare beffardo.
Ho assistito con disagio ad apprezzamenti sul seno prosperoso di alcune mie amiche/colleghe; mi sono sorbita commenti volgari sulle donne in televisione; mi è stato fatto notare che avevo un po’ di pancetta, che non mi vestivo bene, che non mi curavo abbastanza.
Per fortuna che tutti questi commenti non li ho subiti nella stessa giornata! 😉
Quel giudizio interiorizzato…
A volte ho immaginato di essere in una specie di ambiente dominato dall’occhio maschile, che ha il potere di promuoverti o bocciarti, guardando le tue caratteristiche fisiche.
Avevo pensieri di questo tipo sulle altre ragazze:
– “Tu non hai i lineamenti del viso perfetti, ma hai una quinta e sei abbastanza alta, meriti un 7.5. Promossa.”
– “Tu non sei molto alta e hai un seno piccolo, però ti curi molto, hai i capelli perfettamente lisci, porti i tacchi, ti trucchi e ti vesti in modo sensuale. Un bel 7.5. Promossa.”
– “Tu hai poco seno e le cosce grosse, ma sei abbastanza alta, hai un viso molto bello e ti curi, pur senza portare i tacchi e i vestiti corti. Un bel 9. Promossa.”
Ma qual era il mio giudizio su di me?
– “Sufficiente, dai. Un po’ insignificante. Direi uno scricciolo. Non fai niente per sembrare più alta, non ti trucchi, non migliori l’aspetto dei tuoi capelli. Sei piuttosto sciatta. Bassa, poco seno, cosce un po’ massicce. Porti sempre gli stessi vestiti insignificanti, le stesse scarpe basse.
Però, dai, non sei da buttare.”
Un corpo, nient’altro. Un corpo che fa cose.
Guardando i video musicali mi imbattevo in ragazze di straordinaria bellezza, donne che si imponevano per alcune caratteristiche fisiche: alcune avevano un bellissimo seno, altre erano alte e magre, altre ancora formose ma sode, quasi tutte truccate e ammiccanti. Tutte al centro dell’attenzione maschile, al centro della telecamera, riprese da dietro, dal basso, dal davanti.
Come se davvero fossimo tutte desiderose di questo, come il principe delle fiabe che tra tante ragazze ne deve scegliere una, la più bella.
Una specie di concorso di bellezza perenne, che incubo!
“Attenta, che quella è più bella, si prenderà tutte le attenzioni!”
Ogni tanto, pur avendo superato da un po’ gli anni adolescenziali, quando mi passavano accanto delle belle ragazze, le guardavo di soppiatto. Mi rendevo conto di guardarle con uno sguardo che mi era come entrato dentro e di cui non riuscivo a liberarmi. Le stavo votando, giudicando, sessualizzando io stessa.
Ecco, io non penso che sia solo un mio problema, in realtà. Ho avuto modo di constatarlo molte volte.
E ai ragazzi non va molto meglio, sicuramente.
Nel suo libro La naturale capacità di amare di M. Scardovelli, l’autore (giurista, psicoterapeuta e musicoterapeuta) affronta anche questo tema, contestualizzandolo nella società attuale.
La domanda giusta da farsi è: quali sono i miei valori?
La bellezza stereotipata che vediamo continuamente? L’ assenza di imperfezioni? O piuttosto il modo unico in cui sorridiamo, il nostro senso dell’ umorismo, le nostre capacità innate?
Vi invito, se non lo avete già fatto, a guardare il documentario di Lorella Zanardo “Il corpo della donne”. Si trova facilmente in rete. É di una veridicità disarmante e mostra senza pietà la pressione psicologica a cui siamo sottoposte giornalmente.
Ma sta a noi scegliere di utilizzare la nostra mente per fini più utili.
E, vi garantisco, è possibile. Possiamo farlo.
A proposito, se vi interessa l’argomento, vi potrà interessare questo articolo: 3 consigli per distogliere i pensieri dalla bellezza
“Ho visto degli anziani che han degli occhi incantevoli,
e dei giovani che han degli occhi che fanno paura”.
Mauro Scardovelli
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