Sono le 6:00 del mattino. Ti alzi sentendo una sensazione di fastidio al petto, un macigno pesante che non ti permette di rilassare i muscoli. Poi ti prepari con la fretta addosso, parti e arrivi al lavoro.
Durante il tragitto osservi malinconicamente dal finestrino i flebili raggi solari che illuminano l’erbetta in lontananza. Noti delle persone che fanno jogging accarezzate dal vento fresco, le invidi un po’. Tu hai appena iniziato la giornata e ti senti già affannato, non hai nessuna voglia di rinchiuderti in quel posto che assomiglia a una prigione e non ti va di avere a che fare con nessuno.
Non ti va di dover dipendere dai superiori, non ti va di perdere dieci ore del tuo tempo in questo modo, dato che la vita è breve. Al fine settimana mancano ancora tre giorni, che sembrano eterni per chi li sta bramando ansiosamente.

A chi non è capitato, prima o poi nella vita, di ritrovarsi a dover andare a scuola, all’università oppure al lavoro sentendosi spossato già dal mattino?
E forse la stanchezza e la noia non sono le sensazioni piu’ fastidiose. Forse la sensazione che davvero ci toglie la scintilla vitale è l’angoscia. Sì, quel macigno nel petto che ci toglie forza nelle gambe, che ci fa tremare le mani e che ci fa venire voglia di restare a letto, rannicchiarci e chiudere gli occhi per dimenticare una giornata che non è ancora iniziata.
Vorrei qui condividere con voi alcuni consigli pratici che mi hanno aiutata ad attraversare un periodo lavorativo davvero difficoltoso per me, nella speranza di aiutare chi ci sta passando in questo momento.
Cominciamo.
1. Smettere di identificarsi col proprio lavoro.
Passando tanto tempo al lavoro, siamo portati a riconoscerci in una certa immagine di noi, dimenticandoci che al di fuori di quell’ ambiente esiste un mondo fatto di passioni, legami affettivi, condivisione. Personalmente, nel momento in cui mi sono trovata a fronteggiare la paura del lavoro, istintivamente mi veniva da chiudermi in quell’universo mentale fatto di paura e bassa autostima. L’immagine dominante era quella di una ragazza incapace, un po’ stupidotta e imbranata. Un disastro, insomma. A volte arrivavo a identificarmi con questa ragazza così tanto che dimenticavo di pensare al resto della mia vita. Arrivavo a casa senza energia e con la sola voglia di mangiare in fretta e furia dei cibi preconfezionati e buttarmi poi a letto a rilassarmi.
2. Crearsi degli interessi con cui esprimere i propri talenti al di fuori del lavoro.
Lavorate, dopo il lavoro. Mi spiego meglio: imparate qualcosa di nuovo, informatevi fate quello che vi riesce bene. Fatelo per il piacere di farlo, ma fatelo anche in vista del futuro, perché queste conoscenze potrebbero rivelarsi utili.
Per esempio, iniziate ad apprendere quella lingua che avete sempre voluto imparare; cimentatevi nel fai da te o mettetevi a scrivere, come ho fatto anch’io; fate un corso sull’autostima o leggete dei libri a riguardo, migliorate la vostra capacità di comunicazione. In una parola: non smettete di crescere. Occuparsi del proprio benessere significa anche faticare. Ben vengano il relax totale, il dolce far niente, le attività passive, ma perché non utilizzare una parte del nostro tempo libero per progettare la vita che vogliamo? Mai sentito parlare di Vision Board, ad esempio?
Oppure fate una bella lista dei vostri valori e una bella lista delle azioni che vi fanno sentire vivi, utili al mondo. Dare un senso alla vita al di fuori del lavoro è piu’ importante che piantarsi sul divano tutto il giorno a guardare la televisione! Sono necessarie azioni pratiche e, per queste ultime, è necessario ristabilire un equilibrio psicofisico al di fuori del lavoro, il che ci porta al terzo punto.
Ma prima, lascio qui il mio personale esempio di alcuni miei valori e passioni.
Valori:
Ecologia
Benessere psicofisico
Gentilezza d’animo
Apprendimento

Passioni:
Scrivere
Apprendere le lingue straniere
Ballare
Recitare
Leggere

3. Partire dall’energia.
Dicevamo, come si trova la forza di dedicarsi a ciò che ci fa bene se non si ha energia, se quando torniamo dal lavoro ci fa male la testa e abbiamo perso la gioia vitale?
Partendo da un programma di benessere psicofisico.
Ci sono varie strade: potete consultare un professionista che vi aiuti, potete informarvi leggendo, ma l’importante è iniziare a voler bene al vostro corpo e alla vostra mente. Ci sono dei cibi per il corpo che ci fanno bene, altri che di per sé fanno meno bene ma che dosati possono darci conforto (ad esempio una bella cioccolata calda); ci sono cibi per la mente utili e cibi dannosi, che ci trascinano nella passività. Sceglieteli con cura.
Creare una lista può aiutare molto a schiarirsi le idee. Inoltre mi sento di consigliare il libro “La trappola della felicità” di Russ Herris.
Iniziate a ritagliarvi un mondo di totale benssere al di fuori del lavoro e sicuramente riuscirete a migliorare anche il rapporto con quest’ultimo: lo potrete tollerare meglio, perché non vi sarete totalmente identificati con esso.
4. Evitare di allontanarsi da tutti (per quanto possibile).
Nel momento in cui mi è capitato di sentirmi in difficoltà sul lavoro, non mi andava di raccontarlo agli altri, perché il mio orgoglio mi impediva di condividere con gli altri un’immagine di me fragile, profondamente insicura.
Ma ciò che viene represso ci ruba energia, perciò ho preso l’abitudine di scrivere i miei pensieri riguardanti le mie angosce su un quaderno, insieme ai consigli che ho trovato utili su come ritrovare il benessere, e credo che avere dei buoni conoscenti con cui prendersi un caffè ogni tanto, o meglio ancora degli amici fidati, sia davvero un toccasana per il nostro benessere.
Chiaramente se viene a mancare il nostro equilibrio psicofisico, anche questi rapporti possono raffreddarsi, ma è proprio questo il momento in cui impegnarsi per coltivarli. La vostra mente ringrazierà.
5. Trattarsi con gentilezza e avere pazienza.
La cosa fondamentale è imparare a rallentare e a semplificare la propria giornata. In momenti di difficoltà, chiaramente le energie saranno più basse, quindi è inutile crearsi delle routine giornaliere complicate, per quanto sane possano essere. Questo andrebbe a generare ulteriore frustrazione. La cosa migliore è scegliere una piccola azione ogni giorno.
Queste erano alcune azioni che mi hanno aiutata durante una brutta esperienza lavorativa. Spero possa esservi utile, che in qualche modo possa accendere dentro di voi una lampadina o uno spunto di riflessione. Raccontatemi le vostre esperienze, perché leggerle è sempre interessante per me!
Chiara
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