Simbolicamente, la primavera ha sempre rappresentato per me un risveglio di tipo psicosomatico. Per quanto il mese di marzo sia variabile e soggetto a sbalzi di temperature, è il mese che dà inizio al risveglio della natura. Si ha più voglia generalmente di uscire di casa e di andare al parco o nel bosco e in questo periodo ho sempre avvertito il desiderio di rigenerarmi anche a livello fisico, dato che il corpo è connesso con la mente.
Condivido 5 consigli che tutti gli anni mi aiutano a vivere al massimo la primavera.
Scrivere
Scrivere ha un effetto terapeutico, dona chiarezza e alleggerisce la mente dai pensieri (ne ho parlato anche qui). É indicato soprattutto per quelle persone che pensano troppo e agiscono poco, per sbloccare la loro energia. Ho trovato anche molto utile il fatto di annotare i sogni fatti durante la notte: inizialmente sembra che non abbiano nessun senso, ma in realtà il nostro inconscio ci sta comunicando qualcosa attraverso dei simboli. Cerco di annotarli il prima possibile dopo essermi svegliata, dato che poi la mente cosciente tende a dimenticarli in fretta. Ascolto le emozioni prevalenti legate al sogno (come gioia, ansia, paura), poi rileggo e aspetto passivamente delle libere associazioni (ricordi, pensieri). Infine, dopo un certo periodo di tempo, torno a leggere più sogni, per capire se esista un filo conduttore. Non sono tanto importanti le persone conosciute che sogniamo, quanto piuttosto il simbolo che rappresentano nel sogno.
Depurazione del fegato
Il fegato è una ghiandola che, tra le varie funzioni, filtra le tossine presenti nel nostro corpo. Oltre ad aumentare e variare il consumo di verdure e frutta di stagione, anche alcune erbe possono aiutarci. In primavera, passeggiando per i prati, è possibile imbattersi ad esempio nel tarassaco, che ha importanti proprietà drenanti e disintossicanti e il suo colore giallo inoltre mette davvero di buon umore. Alleggerendo il fegato dalle tossine, si avrà un beneficio a livello fisico e mentale. Qui potete trovare il link del sito di un bravo naturopata col quale ho avuto il piacere di fare un percorso. Altre piante amiche del fegato sono il carciofo e il cardo mariano.
Il piacere del cibo
Se poco fa ho parlato di aiutare il fegato a filtrare le tossine per sentirsi più leggeri, personalmente non consiglio di cadere nella trappola della privazione e dell’ansia legata alle tossine. Confesso di esserci caduta anche io, ma posso dire che la salute non dipende interamente dalla nostra alimentazione, dato che i fattori che la influenzano sono davvero tanti. Ecco perché, dopo aver fatto un percorso sull’ alimentazione intuitiva (se vi interessa, lascio il link qui, le consulenze sono online e rivolte alle donne), ho finalmente compreso quanto il piacere possa farci bene. Mangiare con piacere tutti i giorni, sperimentare nuovi cibi e bilanciare la dieta ha davvero un effetto benefico. Il cibo rappresenta anche un canale attraverso il quale soddisfare dei bisogni e, se ci sono squilibri con il cibo, molto probabilmente sono presenti dei bisogni a livello emotivo che non stiamo ascoltando. La primavera può rappresentare sicuramente un buon inizio per imparare ad ascoltarsi (molti di noi hanno disimparato).
Oli essenziali
Non è che siano il rimedio miracoloso a tutti i mali, ma per me rappresentano un validissimo aiuto per migliorare quei piccoli disturbi che a volte mi affliggono. Ogni olio essenziale ha delle diverse proprietà. L’importante, per trarne beneficio, è che siano puri al 100%, meglio ancora se adatti per l’uso interno (vanno sempre diluiti, sia per l’uso interno che esterno, in un olio o in un liquido, trovate più informazioni dettagliate ad esempio in questo libro e sul sito https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/rimedi-naturali/oli-essenziali/olii-essenziali.html)
Gli oli che io uso spesso sono: Tea tree – antifungino, antibatterico Menta – energizzante, rivitalizzante Lavanda – calmante, rilassante Limone – detossinante, migliora memoria e umore Salvia sclarea – utile per aiutare a calmare i dolori mestruali e per la fatica mentale Rosmarino – digestivo, migliora la concentrazione
Rilassarsi grazie al potere terapeutico della musica
Createvi una playlist personalizzata che includa tutte le canzoni che sono un balsamo per l’anima. Ci sono varie tipologie di playlist: da quelle allegre per ballare, a quelle da cantare o con cui rilassarsi totalmente, magari visualizzando delle immagini. Se piacciono, ci sono delle meditazioni guidate molto rilassanti che mettono di buon umore (ad esempio questa).
Il valore della qualità del tempo rispetto alla quantità
Mi sono accorta che, anche nelle lunghe giornate lavorative fatte di fretta e ansia, ritagliarmi anche solo cinque minuti in cui stare fuori al sole osservando gli alberi che fioriscono, ha un effetto benefico duraturo, nonostante le giornate lavorative siano di ben otto ore e le mie pause siano di 10 minuti (quando va bene). Questo vuol dire che dobbiamo rassegnarci a svolgere per sempre un lavoro che non ci piace? No, i sogni (che siano lavorativi o al di fuori del lavoro) sono fondamentali per donarci energia, tuttavia non si cambia la vita dall’oggi al domani. Sicuramente è più saggio cercare di vivere al meglio una situazione scomoda, piuttosto che pensare che “tanto ormai il mio lavoro mi fa schifo, a che serve fare una misera pausa?”. In generale la primavera è, insieme all’autunno, la stagione perfetta per stare fuori e godersi lo spettacolo della natura, quindi perché non approfittare di questa piccola grande gioia?
Quali sono le attività che amate fare in primavera?
“Dai, domani comincia un’altra bella settimana! Immagino tu non veda l’ora, eh!”
Poi, con un’espressione sorpresa, mi chiede: “Ho detto qualcosa di sbagliato? Ma stai bene?”
Con il battito del cuore accelerato e la voce tremolante rispondo che voglio essere lasciata in pace. E vorrei piangere come una bambina, sbraitare, vorrei dirgli che tutti loro non possono capire, forse non ricordano cosa significhi sentirsi inadeguati, inadatti.
La sensazione di sentirsi incapaci, quel batticuore che ti prende quando aspetti di fare una brutta figura davanti a un cliente, o quando speri che lui non si accorga di un errore che sai di aver fatto. Guardi le tue mani tremanti e cerchi di farle smettere, ma il tuo corpo rincara la dose e ora ti fa tremare anche le gambe. Ti senti sudato, ma fuori fa freddo, com’è possibile?
Percepisci l’odore acidulo che emani e ad un tratto ti incanti, perdi la concentrazione, non riesci ad andare avanti, se non scattosamente, sconclusionatamente, facendo ovviamente altri errori. Torni a casa e tutto ciò che hai voglia di fare è sdraiarti nel letto.
Non è affatto semplice descrivere cosa voglia dire sentire costantemente i nervi tesi, quando le tue energie preziose vengono risucchiate da un’attività che non ti dà piacere, che non ti fa sentire appagato, e intorno a te senti freddo, anche se ci sono venti gradi. Nessuno ha tempo per incoraggiarti, perché sono impegnati a correre di qua e di là.
Ma come se ne esce?
Vorrei raccontare ciò che mi ha aiutata a “danzare sotto la pioggia”, invece di aspettare che smettesse di piovere.
Come disse il dott. Catona durante una sua conferenza: “Non hai niente sotto controllo”.
Se da un lato il fatto di non avere il controllo ci fa stare sempre all’erta, d’altra parte è vero anche il contrario, perché se non possiamo controllare né la reazione degli altri, né gli avvenimenti, allora possiamo davvero mollare la presa e occuparci unicamente di agire.
Io, ad esempio, a un certo punto mi sono resa conto che c’era un denominatore comune nelle mie relazioni insoddisfacenti con gli altri: la mancanza di assertività.
Mi sono accorta che spesso, quando si intraprende un cammino di crescita personale e di consapevolezza, si instaura un circolo virtuoso e si migliora automaticamente in più campi.
In particolar modo: – molto legata all’assertività è l’autostima; – il rilassamento e una dieta equilibrata aiutano a sentirsi più energici e dunque a intraprendere altri cambiamenti positivi che altrimenti non avremmo la forza di intraprendere .
Semplificando, secondo me quando si vive una situazione che distrugge la nostra autostima, è bene iniziare a:
Compensare ciò che non ci piace con ciò che ci entusiasma.
Il circolo vizioso che spesso si instaura è stato molte volte descritto dall’immagine di un criceto che corre all’impazzata nella ruota; non lasciare che le tue energie finiscano, non lasciarti andare alla passività. Prenditi tutti i giorni dei momenti per sperimentare la gioia, soprattutto se si tratta di azioni costruttive e non passive (ma ben vengano anche i film e le serie tv, se ti fanno stare bene e ti appassionano). Programma del tempo solo per te stesso.
Prendere in considerazione il fatto che per stare meglio serve un po’ di sana fatica.
Credo sia una fatica positiva, che poi ti ripaga.
– Per migliorare la conoscenza di una lingua straniera dovrai sforzarti di trovare anche solo venti minuti al giorno;
– Per mangiare in modo equilibrato bisogna spesso programmare i pasti e magari cucinarli in anticipo, in modo da aver sempre qualcosa di sano già pronto e limitare così le tentazioni;
– Per diventare assertivi è necessario esercitarsi gradualmente fino a quando non si padroneggia l’abilità.
Si potrebbero fare decine e decine di esempi.
Quando in passato ebbi un periodo così negativo in cui non riuscivo quasi ad alzarmi dal letto se non per andare al lavoro, quando piangevo disperata prima di addormentarmi, per uscirne decisi di lavorare prima di tutto sul ripristino della mia energia psicofisica, che rappresentava la base senza la quale non avrei potuto compiere tutti gli altri piccoli passi che piano piano mi riportarono a uno stato di benessere.
Osservare le proprie emozioni, tutte quante!
Prendersi anche dieci minuti al giorno per chiudere gli occhi e osservare le emozioni e i pensieri che vanno e vengono è davvero fantastico. All’inizio mi sembrava davvero dura, poi a poco a poco è diventato piacevole. Esistono varie visualizzazioni guidate che aiutano molto. Vi consiglio il canale YouTube La Via della Consapevolezza
Fare spazio all’ansia, all’incertezza, alla rabbia durante una soleggiata giornata di primavera può scocciare a tutti, in un primo momento. “Ma perché devo avvelenare questa bella giornata, invece di cercare di essere felice?”, ci chiediamo. Eppure la tristezza, se accolta ed osservata come emozione a sé stante, slegata dalla causa che noi le attribuiamo, può regalarci grande pace e chiarezza.
Vi è mai capitato di sentirvi sopraffatti? Come ne siete usciti? Che azioni avete intrapreso? Condividetele nei commenti, grazie!
Durante un giovedì mattina di qualche anno fa, mentre andavo al lavoro in macchina, stavo ascoltando distrattamente un CD di Jovanotti in sottofondo. A un certo punto mi sono resa conto di un’energia che mi stava attraversando: l’energia delle sue canzoni degli anni ’90. Mi sono fatta contagiare dalla sua simpatia, così mi sono accorta che il suo entusiasmo si stava scontrando con la mia mancanza di gioia.
L’idea di vivere costretti in ruoli che non ci vanno giù è deprimente, ma soprattutto ci rende ciechi alla bellezza. Mi sono spesso ritrovata a pensare che gli altri fossero troppo freddi, troppo indifferenti, troppo irrispettosi, così mi sentivo semplicemente impotente, come se la mia pace dipendesse solo da circostanze esterne.
Così ho iniziato a riflettere a quanto sia bello sentirsi bene nella propria pelle, vivere il presente senza volerne fuggire.
Alcuni periodi possono davvero metterci a dura prova, perciò occorre dare molta importanza a ciò in cui crediamo per diventare più ottimisti.
Come cantava Niccolò Fabi:
“Mi basterebbe essere padre di una buona idea”.
Non si può vivere pienamente se ci dimentichiamo dei nostri valori. Il fatto è che per far spazio a questi ultimi, occorre dire di no a tutto il resto, a tutto ciò che invece di arricchirci, ci sfinisce.
Ecco 3 consigli che il mio naturopata mi ha dato per imparare a focalizzarmi sul positivo ed essere più ottimista, anche in momenti difficili. A proposito, se siete interessati al mondo della naturopatia, potete visitate il suo sito: https://www.cure-naturali.it/operatori/alessandro-greco.html
Affermazioni positive
Scegliere due affermazioni che rafforzino il nostro carattere, scriverle su un foglio e attaccarle nei posti in cui le possiamo vedere spesso (nel portafogli, sull’armadio, sulla scrivania, ecc.). Ripetere ogni frase per tre volte tutte le mattine fino a quando non ci sentiremo meglio.
Comprare un quadernino e annotare tutte le sere le azioni che si è fatto per se stessi o per gli altri (ad esempio: “Ho letto un bel libro; ho camminato nella natura; ho mangiato una macedonia invece della torta; ho guardato un film interessante”…). Questo ci farà sentire grati, ci ricorderà che anche nelle giornate più banali, troveremo sempre il tempo per volerci bene.
Respirare in modo profondo
Prima di mangiare, o prima di un momento particolare, fare tre respiri in questo modo: inspirare per tre secondi gonfiando dolcemente la pancia; trattenere il respiro per qualche secondo; espirare dolcemente per sei secondi.
Io faccio questo esercizio prima di mangiare tutte le volte che mi sento frustrata, arrabbiata o triste, perché è importante non solo ciò che mangiamo, ma anche lo stato d’animo con cui lo facciamo: se mangio della verdura mentre mi sento agitata, non sto mangiando solo la verdura, sto mangiando anche l’agitazione. La respirazione addominale serve infatti per tornare nel presente, svuotando la mente.
Aggiungerei il mio personale consiglio: cercate di essere grati per ciò che avete. In alcuni momenti non lo sarete, ma in generale cercate di pensare a tutto ciò che vi fa star bene.
Alcuni esempi di gratitudine presi dalla mia vita:
il sole che mi accarezza quando esco di casa il mattino o quando esco dall’ufficio in un pomeriggio di primavera;
una tazza di tè caldo con cui mi coccolo in una giornata fredda;
il mio computer con cui posso scrivere, fare ricerche e ascoltare musica;
pensare ai valori che mi fanno sentire viva;
i libri che leggo e che mi emozionano…
Il mondo perfetto e candido non esiste, ci sono luci e ombre, ci sono cose che non vorremmo fare ma che le circostanze ci obbligano a fare. Tuttavia possiamo cercare di far pendere il piatto della bilancia dalla parte del positivo.
I pensieri negativi ci tolgono la gioia di vivere, se li coltiviamo a lungo, se li lasciamo sedimentare nelle nostre menti. Diventiamo ciechi, non vediamo la bellezza che ci circonda. Sappiamo che c’è, forse la vediamo anche, ma non la percepiamo con tutti i nostri sensi.
A volte ci sentiamo soli: improvvisamente la solitudine ci appare davanti. Eppure ci sono momenti in cui diventa una compagna di viaggio gradevole, soprattutto quando più solitudini si sommano tra loro. Mi è sempre piaciuto, ad esempio, osservare i paesaggi in movimento dal finestrino del treno. A volte, durante momenti di tristezza, ho osservato le altre persone assorte nei propri pensieri. A volte erano così silenziose, tanto che mi davano l’impressione di essere benevole, che potessero addirittura capirmi, quando non mi sentivo capita da nessuno…
L’incomprensione fa male, d’altronde. É come quando tutti si concentrano, ma tu non riesci; come quando tutti si sentono parte del gruppo, ma tu no; come quando gli altri si avvicinano a te perché vorrebbero aiutarti, ma tu ti allontani per orgoglio, anche se sai benissimo che questo ti farà stare peggio.
Mi piace osservare la mia tisana colorata che emette fumo; è di un bel colore rosso aranciato, è accogliente, mi rilassa, mi ricorda che c’è un angolo di pace, anche in quelle giornate che mi hanno messa a dura prova.
Amo quando fuori piove e sento la pioggia cadere e, se ascolto bene, ne posso riconoscere il ritmo e i suoi cambiamenti. Qualche volta il mio ritmo interiore sembra unirsi a quel suono.
Il momento presente.
Questi sono tutti esempi della permanenza nel momento presente. E queste piccole azioni, se ripetute, ci possono salvare dai pensieri ossessivi.
Quando ci si ossessiona con tutto ciò che vorremmo cambiare, non possiamo vedere tutta questa bellezza. Diventiamo ciechi. Continuiamo a pensare ai nostri progetti che non stanno andando in porto, come se il pensarci ossessivamente potesse farli andare per il verso giusto.
Farsi prendere dai pensieri negativi accade e può accadere più volte anche nel corso della stessa giornata.
Il punto è ricordarsi, il più spesso possibile, di tornare nel presente.
In quei momenti di difficoltà, cerco di ricordare alcune delle frasi più illuminanti dei libri che ho letto. A proposito, voglio condividerne un paio con voi.
“Il mondo della realtà è reale, il mondo della mente non è reale”. Giulio Cesare Giacobbe, Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita
“Fede significa scegliere di credere prima di avere una prova definitiva”. Il pensiero positivodi Anthony de Mello
A proposito, se vi interessa approfondire la filosofia alla base della meditazione, potete leggere la mia recensione del libro Come diventare un Buddha in cinque settimane di Giulio Cesare Giacobbe.
Il fatto è che spesso lasciarsi andare al negativo ci dà qualche vantaggio. Vi è mai capitato di voler rimanere immersi nel mare nero di sofferenza, piuttosto che rischiare di alzarvi per poi ricaderci?
“Chi me lo fa fare di sforzarmi, se poi probabilmente ci ricadrò?”
“Perché dovrei godermi questo momento, se so che domani starò male? Se riesco a rassegnarmi al malessere, peggio di così non potrà andare”.
Il fatto è che può sempre andare peggio.
Pensiamo a una situazione esemplificativa.
Al lavoro mi sono sentita una fallita a causa di un errore commesso. Partono i pensieri negativi: “Non ne combini una giusta. Certo che la concentrazione non sai neanche dove stia di casa. Sei la solita imbranata. Non cambi mai.”
Rientro a casa e mi accorgo che il mio umore è così a terra che non ho neanche la forza di cucinare qualcosa di sano, così passo la serata a mangiucchiare biscotti al cioccolato, sentendomi poi peggio. La mattina seguente mi sveglio ancora più stanca, anche a causa del disordine alimentare e mentale della sera precedente. Non avendo avuto energie da spendere per me stessa il giorno prima, non ho preparato nessun tipo di progetto per la giornata, perciò è probabile che non saprò dirigere la mia attenzione, così passerò probabilmente il tempo libero all’insegna del disordine e del senso di colpa che ne deriva. A meno che…io non torni nel presente.
Il presente è la chiave. Fare un’attività che ci piace. Agire, invece di pensare.
I pensieri torneranno, è vero, ma se li sapremo osservare, verranno per poi andarsene.
Questa è una delle alternative alla nevrosi: il cosiddetto Retto Sforzo buddhista, spiegato molto bene anche nel libro di Giulio Cesare Giacobbe, Come diventare un Buddha in cinque settimane. Lo sforzo consiste infatti nell’osservazione consapevole del pensiero, per ricordarci il più possibile che noi non siamo quel pensiero.
Altro esempio simile.
Mi dicono che sbaglio sempre. Si produce dentro di me un pensiero: “Sbaglio sempre, non sono capace”. Se mi identifico con quel pensiero, la sofferenza si prolungherà. Se lo osservo, soffro sul momento e poi riporto l’attenzione sul presente, e così quel pensiero sarà uno dei tanti pensieri che arrivano e se ne vanno, non lo farò cristallizzare nella mia psiche, non ci tornerò sempre con la mente, rafforzandolo.
Così, ogni volta che accade qualcosa di spiacevole, mi sono allenata a tornare nel presente il prima possibile. A volte ci metto tanto tempo, prima di ricordarmene. E’ un allenamento, diventa piano piano un’abitudine. Basta dirsi “ok, in questo momento noto la sofferenza. Ora faccio un grande respiro, lento. Osservo l’ambiente che mi circonda, esco dalla mia mente, ascolto i rumori provenienti dalla strada”.
Ho sempre amato la danza. Per me rappresenta un mondo parallelo in cui lasciarsi andare ed entrare in in una dimensione senza tempo. Una dimensione artistica. Per me significa tutto questo e molto di più. Ecco perché vorrei elencare 5 benefici che la danza (nel mio caso specifico, la danza orientale) apporta alla nostra vita.
1. Mi fa venire voglia di curarmi. La danza coreografica presuppone non solo una preparazione coreografica, ma anche la creazione di un personaggio parallelo, che è diverso da quello che siamo abituati a portare in campo nel quotidiano. Prepararsi, curarsi con attenzione, agghindarsi o truccarsi sono azioni che possono diventare molto piacevoli, oltre a portare l’attenzione sul momento presente.
2. La musica è curativa e aiuta a tirar fuori ciò che è sopito dentro, in una sorta di disintossicazione da tutto ciò che è incastrato dentro di noi e che facciamo fatica a lasciar andare.
3. Permette di attivare la circolazione di tutto il corpo, contribuendo al nostro benessere fisico. Molto spesso gli insegnanti uniscono alla danza lo stretching ed esercizi tonificanti a corpo libero. La danza può davvero diventare una coccola.
4. Crea coesione tra i ballerini, migliorando le proprie capacità comunicative. In particolare, durante una coreografia, spesso viene prevista una o più parti di interazione. Nel caso dei balli di coppia, poi, l’interazione e la sintonia diventano fondamentali.
5. Insegna a lasciare andare gli stereotipi estetici. In realtà ogni donna e ogni uomo sono unici, così come unico è il loro corpo. Lasciarsi influenzare dall’immaginario comune, che vuole ad esempio le danzatrici del ventre tutte con il fisico a clessidra, snelle ma con le curve localizzate sul petto e sul fondoschiena, non è il miglior modo per affrontare questa disciplina. Ognuna porta in scena il proprio corpo, con le proprie particolarità. E va benissimo così, perché ciò che ha davvero importanza è l’energia che si sprigiona durante la danza.
In conclusione, qui ho riportato alcuni benefici che la danza sta avendo sul mio benessere psicofisico. Si tratta di un’ attività energizzante, che contribuisce ad emanare vibrazioni positive, anche se praticata a livello amatoriale.
Fatemi sapere nei commenti se praticate uno sport che vi dona benessere psicofisico e migliora la vostra autostima. Sono molto curiosa!