Tutti i miei acquisti sbagliati

Tutti i miei acquisti sbagliati

In questo articolo voglio raccontare alcuni miei acquisti sbagliati che ho fatto e che ho “pagato” col decluttering.

Ebbene sì, dentro di me ho un giudice molto rigido. Gli errori non sono ammessi, soprattutto quando si parla di stile di vita ecologico.

Ecco quindi gli acquisti inutili che ho fatto e che vorrei condividere, in modo da non farvi commettere gli stessi errori (a meno che non li abbiate già commessi anche voi!)

Prendere alla leggera l’autoproduzione

Durante il primo lockdown, nella primavera del 2020, ricordo che cominciai a riflettere sul tempo e la produttività. Sembrava essere il momento migliore per cimentarsi nell’autoproduzione. Cominciai a pensare a quelli che erano i miei valori e a come agire per vivere in accordo con essi. In particolar modo, mi appassionai alla filosofia dello zero waste, o zero sprechi, per ridurre al minimo il mio impatto ambientale.

Spesi ore ed ore delle mie lunghe giornate che avevo a disposizione ricercando ricette di autoproduzione di cibo, di cosmetici e detergenti per la casa.

Mi sembrò un buon investimento l’acquisto di vari ingredienti di base per creare cosmetici, se non fosse che alcuni non erano disponibili da nessuna parte, quindi rinunciai ad alcuni ingredienti pensando di poterne fare a meno. Inoltre avrei avuto bisogno anche di contenitori vari e utensili specifici per la preparazione, per evitare di utilizzare gli stessi della cucina.

Purtroppo, e sottolineo purtroppo, non ottenni i risultati sperati e la faccenda mi sembrava più difficile di quanto apparisse nei vari video tutorial in rete. Molti di questi ingredienti si sono rivelati poi difficili da utilizzare da soli (acido lattico, glicerolo puro, conservante in gocce…).

Dopo tanto tempo che li tenevo in casa senza utilizzarli, ho deciso di liberarmene. L’ho fatto davvero a malincuore, dato che odio lo spreco. Mi rendo conto, tuttavia, che il primo vero spreco è avvenuto al momento dell’acquisto massivo di tutti i prodotti.

Se potessi tornare indietro

Se potessi rimediare ai miei sbagli, acquisterei pochi ingredienti e partirei da una ricetta specifica (ad esempio la crema per il viso), in modo da rendermi subito conto se l’autoproduzione di cosmetici faccia al caso mio o meno.

Adesso che ho imparato da questo errore e che mi sono resa conto che per il momento l’autoproduzione di cosmetici non fa per me, cerco di ridurre gli sprechi comprando il più possibile detergenti alla spina, cibi sfusi o con imballaggi biodegradabili oppure sostituendo alcuni prodotti con i loro equivalenti solidi (ad esempio ho rimpiazzato il detergente per il viso, lo shampoo e il balsamo liquidi con gli equivalenti solidi, il tubetto di dentifricio con le pastiglie solide di dentifricio, il sapone liquido con la classica saponetta).

Ci sono anche alcuni negozi che vendono tutti questi prodotti liquidi alla spina, utilizzando sempre lo stesso contenitore. A Bologna, ad esempio, segnalo La Bottega di Silvia.

Fare scorte esagerate di prodotti

Avete presente quando entrate in un negozio pensando di voler comprare un certo prodotto e ne uscite avendo comprato mezzo negozio? Sì, purtroppo alcuni commessi e commesse sanno persuadere e io a volte mi faccio convincere.

Mi è capitato in varie occasioni, per esempio quando ho acquistato in massa varie confezioni di soluzione per lenti a contatto che mi sarebbero bastate per almeno un paio d’anni e che hanno ingombrato gran parte del mio armadio. Quelle le ho ancora e piano piano le sto utilizzando, ma confesso che vederne così tante ammassate mi crea un po’ di disagio. Stesso discorso per il cibo in dispensa: per evitare eventuali sprechi, preferisco comprare ciò che so che utilizzerò, facendo un po’ di scorta di tanto in tanto. Ecco perché utilizzo la mia sacra lista della spesa!

Comprare con troppa leggerezza senza riflettere a fondo

É vero che non si ha mai la certezza di voler tenere un oggetto a lungo termine, dato che le nostre esigenze possono cambiare. Prima di acquistarlo, tuttavia, sarebbe bene riflettere a fondo, rimandare di qualche giorno l’acquisto e immaginarsi mentre si utilizza. Ogni oggetto, si sa, richiede da parte nostra cura, manutenzione, pulizia e soprattutto spazio.

Ricordo bene che qualche anno fa avevo voglia di indipendenza e di mettermi alla prova alla guida dell’auto: l’idea di poter tranquillamente raggiungere vari posti e imparare a riconoscere le strade mi allettava. Decisi di comprare quindi un navigatore satellitare, convinta che mi sarebbe stato indispensabile. Indovinate un po’? Sì, faccio parte di quelli che utilizzano il cellulare per spostarsi da un posto all’altro. Ahimé, il navigatore è in attesa di essere venduto/regalato.

Accettare tutto ciò che gli altri mi donavano

A volte le persone che conosco fanno il cambio dell’armadio e non sanno a chi donare tutti quei vestiti, oppure mia mamma, un’accumulatrice seriale di qualsiasi oggetto, vorrebbe rifilarmi alcune pentole che so già che non userò mai; alcune persone inoltre hanno l’abitudine di fare regali per le occasioni come il compleanno, ed ecco che la casa si riempie velocemente di oggetti che non utilizzerò mai e di cianfrusaglie che prendono solo spazio.

Ecco perché, quando capita l’argomento, cerco di precisare a tutti che preferisco ricevere regali utili e concreti – come una cena, un massaggio, un trattamento di bellezza – piuttosto che soprammobili, gioielli vari, cosmetici che probabilmente non userò mai.

Ansia e perfezionismo

Lo ammetto, a volte mi creo troppi problemi da sola. Non compro un dato oggetto perché sono terrorizzata dal fatto che potrei non utilizzarlo, che potrei quindi sprecare tempo, denaro e spazio inutili.

Possiamo metterci subito l’anima in pace, dal momento che il rischio c’è e possiamo anche cambiare idea. L’importante è essere fedeli a se stessi il più possibile.

Se ti vesti sempre sportivo, perché comprare quelle scarpe in vernice nera super eleganti che probabilmente non abbinerai con nessun completo?

Se non ami truccarti, perché comprare quella palette con 15 colori diversi di ombretto, quando probabilmente ti basterebbero un paio di ombretti?

Se non porti i tacchi con disinvoltura, perché comprare quelle bellissime scarpe con tacco 12 che non saprai in quale occasione usare?

La perfezione non esiste, siamo sommersi da stimoli che ci invogliano a comprare; sbagliare a comprare può succedere, anche più di una volta. É possibile però adottare delle strategie per non ripetere gli stessi errori, grazie alla consapevolezza e alla conoscenza di sé.

Per chi non lo conoscesse, segnalo che su Facebook sono presenti dei gruppo intitolati “Te lo regalo se vieni a prenderlo” suddivisi per città. Dunque, invece di buttare via un oggetto che può essere ancora utilizzato, potete sempre decidere di donarlo.

Sapere che tipo di persone vogliamo diventare può rappresentare un lume che ci guida verso le scelte più utili per noi.

Raccontatemi le vostre esperienze! Che errori avete fatto?

Chiara

Decluttering vs. Ecologia

Decluttering vs. Ecologia

Nel momento in cui ho deciso di fare un cambiamento importante
nella mia vita e di rinunciare a tutti quegli oggetti che mi toglievano spazio,
ho dovuto affrontare un conflitto con uno dei miei valori,
quello della sostenibilità ambientale.

Decluttering

Alcune persone che conosco, al momento di sbarazzarsi dei loro
oggetti inutili, li hanno semplicemente buttati via, senza neanche tentare
di dargli una nuova vita, senza provare a donarli a persone a cui sarebbero
potuti servire.

In un certo senso, agire in questo modo è molto piu’ semplice, perché
ci permette in poco tempo di fare spazio, senza dover attendere che qualcuno
sia interessato a ciò che noi non vogliamo piu’.

Ecologia e spreco

Mi sono ritrovata intrappolata in questa specie di ‘limbo’, in cui
avrei voluto fare spazio e allo stesso tempo donare gli oggetti che a me non
servivano.

Inizialmente questo proposito non si è rivelato così semplice da
attuare: a chi sarebbero potuti servire vecchi orsacchiotti, bambole, giocattoli,
riviste di cucina e vecchie macchine fotografiche? Ho provato a chiamare un’
associazione di beneficenza, ma mi è stato risposto che ne avevano già troppi;
ho provato a regalarli sul gruppo facebook “Te lo regalo se te lo vieni a prendere”
ed i primi giorni sembrava che non interessassero a nessuno.

Cosa avrei dovuto fare se a nessuno fossero interessate queste cianfrusaglie?

Avrei dovuto tenerle chiuse in un angolo della casa, oppure avrei dovuto prediligere
la mia voglia di liberare spazio il prima possibile?

Fortunatamente, dopo qualche giorno la situazione si è come sbloccata e molte persone si sono dimostrate interessate, così dopo il lavoro ho preso degli appuntamenti con loro e pian piano ho coronato il mio sogno: liberare spazio ed evitare allo stesso tempo di sprecare.

Non so che fine faranno i miei oggetti; alcuni erano giocattoli a cui ero affezionata,
ma che ero tuttavia pronta a lasciare andare.

Non abbiamo il controllo totale sui nostri obiettivi

Mi sono resa conto che non è possibile controllare neanche le azioni fatte a fin di bene.

Se ad esempio regalo alcuni sacchi pieni di vestiti, non è escluso che la persona che li riceve ne butti via una buona parte dopo aver selezionato quelli di suo gradimento.

Se evito di buttare via i rifiuti in un giardino, non è purtroppo escluso, ahimé, che qualcun altro getti dei rifiuti proprio dove io ho pulito.

Cerco di ridurre la quantità di imballaggi che compro, ma purtroppo dovrò fare i conti anche
con le aziende alimentari, la maggior parte delle quali non ha come priorità la sostenibilità ambientale.

Lo ammetto, a volte mi sembra che le mie azioni siano come una piccola goccia in un oceano
immenso, fatica sprecata, che non cambierà niente. Eppure queste azioni mi fanno
stare bene, contribuiscono a dare un senso alla mia vita.

Allo stesso tempo è dura anche accettare di non essere perfetti, di scegliere di utilizzare
la macchina per ragioni di comodità, ad esempio.

Gli ideali si scontrano a volte con la realtà

Idealmente, mi piacerebbe utilizzare la bicicletta per andare al lavoro, peccato che lavori a quaranta minuti di macchina da casa mia;

se utilizzassi il treno, dovrei abituarmi a tornare a casa almeno un’ora dopo e a partire di
casa almeno un’ora prima, ma in teoria potrei scegliere di farlo.
Il mio idealismo mi spinge a farlo, ma il mio senso pratico ovviamente mi suggerisce di no.

Ed ecco qui spiegato il mio conflitto.

Vorrei quindi dare un paio di consigli a tutti quelli che, come me, lo stanno affrontando chiedendosi se sia possibile conciliare il declutterig con la sostenibilità.

Siate gentili con voi stessi

Meglio continuare a fare azioni imperfette costanti, piuttosto che rimanere ingessati in un conflitto tra idealismo e comodità. Si può sempre trovare un compromesso, basta avere un po’ di pazienza e non ossessionarsi col risultato: il decluttering è un processo che è bene compiere in varie fasi pianificate (ad esempio potete scegliere ogni fine settimana di occuparvi di un diverso angolo della vostra stanza, come gli scaffali dei libri, gli scaffali dei peluches, l’armadio, il cassetto della scrivania, il cassetto del comodino e così via. Non affannatevi, godetevi il processo!).

Create una zona di transizione per tutti gli oggetti che siete indecisi se tenere oppure no

Metteteli in scatoloni con una data di scadenza, al termine della quale, se non vi saranno mai serviti, li darete via.

Tante idee

Ci sono tanti suggerimenti per fare spazio e allo stesso tempo non inquinare.

Ecco alcuni suggerimenti:

Blog di Lucia Cuffaro

Blog Spazio Grigio

Libro “Feng Shui e Space Clearing”

E voi che ne pensate? Avete esperienze e consigli da condividere?
Scrivetemeli nei commenti!

Chiara

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