
9 azioni per ridurre la plastica
Chiunque stia cercando, nel suo piccolo, di fare la propria parte per rispettare il pianeta, si sarà certo chiesto quali azioni possano essere sostituite da altre. Io qui ho ne ho elencate 9.
Borraccia, brocca filtrante, filtro per il rubinetto e Case dell’Acqua
Quando si è in giro non è facile trovare delle fontane di acqua potabile, soprattutto se il viaggio si protrae per vari giorni. Ci sono comunque dei siti (come ad esempio Fontanelle.org) che segnalano la presenza di fontane cittadine. Per viaggi brevi invece basta riempirsi la propria borraccia in casa.
Quando dalla collina mi sono trasferita in città, uno dei miei “drammi da ambientalista” è stato quello di trovare un’acqua del rubinetto molto calcarea e dal sapore decisamente troppo forte. L’acqua che arriva nelle case subisce numerosi controlli, perciò è sicura, nonostante la questione rimanga ugualmente controversa a causa delle tubature spesso vecchie delle abitazioni (ma chiaramente ogni situazione è differente).
Ciò che sappiamo è che i filtri permettono di eliminare il cloro e l’eccesso di calcare, migliorando il sapore dell’acqua. Per ridurre il cloro, tuttavia, basterebbe anche solo lasciare l’acqua decantare per un po’. Per un approfondimento, lascio qui un articolo pubblicato dal sito laleggepertutti.it
In ogni caso sarebbe ideale scegliere un filtro che non depauperi troppo l’acqua dei suoi minerali (come calcio e magnesio, molto importanti per la salute).
Anche le Case dell’Acqua sono molto utili, anche se per procurarsi abbastanza acqua di solito è necessario tornarci più volte in una settimana (oltre al fatto che non tutti i quartieri ne sono dotati).

Oggetti riutilizzabili
Piatti, posate, bicchieri di plastica monouso sono proprio da evitare (dal gennaio 2022 sono stati messi al bando, nonostante sia stato ovviamente consentito l’esaurimento delle scorte). In alcuni casi possiamo usare le alternative biodegradabili ma, per evitare troppi rifiuti, sarebbe meglio utilizzare il più possibile le normali stoviglie lavabili. Non tutti hanno la lavastoviglie, il tempo o la pazienza di lavare tutto a mano, tuttavia utilizzare il meno possibile oggetti monouso è una regola che personalmente seguo il più possibile.
Riutilizzare i guanti e le buste per i prodotti sfusi
Riutilizzare più volte lo stesso guanto per i prodotti sfusi del supermercato e riutilizzare la busta biodegradabile (ad esempio per la raccolta dell’umido o dell’indifferenziato).
Prodotti con certificazione di sostenibilità ambientale invece dei prodotti con sostanze nocive
Purtroppo troviamo i derivati della plastica anche nei prodotti per la pulizia della casa, nei saponi e negli shampoo. Per questo motivo sarebbe decisamente utile annotarsi le certificazioni di sostenibilità, che garantiscono che nel prodotto non siano presenti derivati della plastica (come ad esempio la paraffina) o altre sostanze nocive. Conviene scriversele e tenerle sempre a portata di mano, così come sarebbe bene scriversi gli ingredienti da evitare al supermercato (ricordarseli tutti è piuttosto arduo, qui trovate una lista). Questo è l’unico modo per evitare di farsi abbindolare dal “greenwashing”, ovvero la strategia di utilizzare termini, colori (spesso il verde) e descrizioni sui prodotti che danno l’illusione della sostenibilità, ma che in realtà hanno ben poco di naturale.
Più vestiti di tessuto naturale e meno vestiti di tessuto sintetico
Ricordo ancora il mio senso di impotenza quando ho scoperto che, lavando i vestiti, questi rilasciano le microplastiche…Chiaramente se lo avessi scoperto prima, avrei negli anni comprato molti meno vestiti che le rilasciano, ma purtroppo l’ho scoperto solo qualche anno fa. Purtroppo non solo i tessuti sintetici, ma anche i tessuti misti o di derivazione naturale possono rilasciare queste sostanze nell’acqua, visto che durante i processi di produzione vengono applicate sostanze che hanno lo scopo di fornire al materiale tessile alcune caratteristiche come ad esempio il ritardo alla fiamma e l’idrorepellenza.
Ovviamente non dobbiamo buttar via i vestiti che già abbiamo. Se dovesse essere necessario qualche altro acquisto, tuttavia, il Pianeta ringrazierebbe se comprassimo vestiti prodotti da aziende sostenibili certificate, meglio ancora se di seconda mano.
Unico neo? Non si trova sempre quello che desideriamo e a cui ci ha abituati la fast fashion (parlo di Wish, Shein eccetera).
In ogni caso, è sempre meglio comprare un capo usato rispetto a uno nuovo, anche nel caso in cui sia stato prodotto con tessuti che, ahimè, rilasciano microplastiche. Esistono eventualmente dei sacchetti per la lavatrice che filtrano queste microparticelle, impedendone la dispersione nell’acqua.
Se si ha il tempo di farlo, sostituire un cibo già pronto con la versione fatta in casa
Ad esempio, sostituire la pizza pronta permette di evitare la pellicola di plastica sulla pizza e la confezione esterna di cartone. Quando si prepara l’impasto, al posto della pellicola usa e getta si può coprire la ciotola con un canovaccio. Quando si lavora tutto il giorno, spesso non c’è il tempo materiale (oltre alle energie mentali) per farlo così spesso, però se riuscissimo a preparare anche solo una ricetta alla settimana che ci permetta di non comprare un piatto già pronto (una torta per la colazione, dei biscotti, il pane, la pizza o delle polpette), sul lungo periodo potremmo avere comunque un piccolo risparmio economico, riducendo al tempo stesso gli imballaggi (plastica e non).

Prodotti sfusi il più possibile al posto di quelli confezionati in plastica
Il fattore tempo e quello economico condizionano anche questa scelta, ma anche al supermercato si possono preferire scelte più sostenibili (seppur solitamente più costose) in base al packaging. Meglio la carta (con certificazione FSC, possibilmente), il vetro o la bioplastica rispetto alla plastica e all’alluminio.
Riciclo creativo di prodotti che altrimenti andrebbero nella pattumiera
Ad esempio i vecchi CD musicali possono diventare degli addobbi per l’albero di Natale (magari si possono colorare con dei vecchi smalti o pennarelli indelebili che già avevamo. Inoltre il riciclo creativo non riguarda solo la plastica: i tappi di sughero, per esempio, possono essere utilizzati come profumatori per i cassetti (basta aggiungerci qualche goccia di olio essenziale a scelta).
Portarsi un thermos con caffè, thè o tisana al posto di consumare bevande alla macchinetta, oppure preferire il classico caffè al bar
La pausa con i colleghi in realtà si può fare anche mangiando una mela, l’importante è staccare qualche minuto dal lavoro e fare quattro chiacchiere. Se rinunciare al caffè delle macchinette è troppo difficile, si può comunque scegliere di ridurne il numero: invece di prenderne quattro al giorno, prenderne magari due.
Concludo dicendo che stare attenti a tutto è pressoché impossibile. Si tratta di un percorso in cui è necessario spesso scendere a compromessi. Credo che l’importante sia informarsi e seguire il più possibile i propri valori.
Lascio qui sotto un breve sondaggio, a presto!
Chiara